Il vetro di Murano

Le origini e la storia di un materiale pregiato

LE ORIGINI

Le origini della lavorazione del vetro a Venezia risalgono a prima del VII secolo ma fu solo nel 1291 che con decreto del Maggior Consiglio la Repubblica di Venezia stabilì che le fornaci vetraie dovevano essere trasferite nella vicina isola di Murano. Questo per prevenire gli incendi negli edifici della città, all’epoca costruiti per la gran parte in legno. In breve la categoria dei vetrai crebbe in prestigio portando così fama e ricchezza all’isola della laguna.

I PRODOTTI

La produzione consisteva principalmente in vasi, bicchieri, bottiglie e contenitori di uso comune ma anche in oggetti di grande valore artistico per le famiglie patrizie. Per oltre due secoli Murano mantenne il monopolio sulla produzione del vetro e sullo sviluppo di tutte le sue tecniche. Un editto del Doge proibiva ai mastri vetrai di lasciare la Repubblica ma molti artigiani corsero il rischio e impiantarono forni di lavorazione in paesi lontani come Olanda e Inghilterra.

L’EVOLUZIONE

Alla fine del XVI secolo le attività cominciarono ad entrare in crisi anche a causa dell’introduzione sul mercato di altri tipi di vetro prodotti principalmente in Boemia. Murano dovette perciò rinnovarsi e reinventarsi elevando le proprie produzioni artistiche a collezionismo e alla produzione di oggetti unici e incomparabili.

LE PERLE

Ma a Murano non si producevano solo oggetti in vetro. Nell’isola, ma anche a Venezia, fiorì un’estesa produzione di perle di vario genere da sempre utilizzate per la realizzazione di gioielli di grande valore estetico e collezionistico. Esistono varie tipologie di perle:
La loro origine risale al XV secolo. Si tratta di perle industriali ottenute tagliando sottilissime canne monocromatiche in minuscoli cilindri di uno o due millimetri. Queste perle venivano, e vengono tutt’oggi usate per ricami, composizioni floreali, per collane o per decorare vestiti e borse
Queste perle sono ottenute da una canna in vetro con all’interno un disegno a stella in vari strati dai colori bianco rosso e blu. La canna viene tagliata in cilindri il cui diametro può variare da pochi millimetri a tre o quattro centimetri. Questi cilindri vengono poi molati fino ad ottenere la caratteristica forma a botticella.
le perle a lume nascono relativamente tardi, intorno al 1600. Esistono varie tecniche di produzione che danno vita a diverse tipologie di perle: schietto, millefiori, fiorato, sommerso. Queste tecniche possono essere mescolate fra loro ottenendo un numero infinito di modelli e variazioni. La perla “schietta” è di un unico colore ed è la base di tutte le perle. La perla MOSAICO o MILLEFIORI viene ottenuta ricoprendo la base di vetro incandescente con tante sezioni di vetro decorate con motivi per lo più floreali (MURRINE). Le perle MILLEFIORI vennero prodotte in grande quantità anche perché potevano essere usate come merce di scambio. Intorno alla seconda metà del XIX secolo infatti esploratori, missionari, mercanti portavano con se perle da usare come moneta corrente o come merce di scambio con molti gruppi etnici, dagli Indiani del Nord America alle tribù africane. Fu per questo motivo che assunsero la denominazione di “perle da baratto”. La perla SOMMERSO invece viene creata ponendo nel nucleo di vetro monocromo della graniglia di vetro colorato o di avventurina, oppure una sottile foglia d’oro o d’argento e ricoprendo poi il tutto con uno strato di vetro trasparente. Sul vetro trasparente si possono poi applicare infinite decorazioni dando vita a perle tra le più elaborate e artistiche del genere. Infine, nella perla FIORATO, al nucleo iniziale viene applicata in centro una sottile fascia di avventurina e nelle estremità vengono aggiunti dei decori sempre in avventurina chiamati “vette”. La perla viene completata disegnando piccolissime rose e margherite sempre avvalendosi di sottilissime canne di vetro.
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